Gli Statuto sono una realtà unica nel panorama della musica italiana, con il loro coerente ma non per questo mai evoluto stile mod, con la loro immediatezza e sfrontatezza nei testi impegnati, spesso ironici o sarcastici, aggressivi e umili, con una musica diventata di “moda” che è iniziata con lo ska e si è fusa con il soul e il powerpop, diventando totalmente originale e non catalogabile dentro i soliti schemi.
Senza mai aver assunto i panni delle “star”, senza essersi mai allontanati idealmente (e geograficamente) da Piazza Statuto, luogo di partenza e di creazione culturale, ideologica e musicale del gruppo sono arrivati su ogni tipo di palcoscenico,dal Teatro Ariston del Festival di Sanremo, al concerto per i licenziati della Lancia/Fiat di Chivasso, dal Festivalbar al Leonkavallo, dal Cantagiro al concerto in Plaza De La Revoluciòn all’Habana de Cuba (invitati dalle autorità locali), sempre con la massima semplicità e naturalezza che li contraddistingue fin dai loro inizi.
Gli Statuto sono:
oSKAr (voce) – Naska (batteria) – Alex Bumba (chitarra)- Rudy Ruzza (basso).
Gli Strike rappresentano la storia di un mondo, quello underground, che ancora li ringrazia, che ancora li elegge tra i primi in una classifica immaginaria.
Dal 1986 sulla scena, anni passati ad inventare ed a deteriorare pregiudizi e musicalità ricorrenti, gli Strike in Italia hanno inventato e diffuso una miscela esplosiva di culture e sonorità frutto di una mentalità aperta e libera.
Vivono la musica come regola di vita, un orologio in levare che ferma il tempo aprendo varchi tra la Jamaica e Cuba, New York e Oaxaca, Londra e Ferrara, Parigi e la riviera romagnola senza dimenticare la grande tradizione della canzone d’autore italiana.
E questo sostengono da sempre gli Strike: semplicemente di scrivere canzoni con la stessa visione dei pittori cubisti caratterizzata dalla scomposizione delle forme riprese da differenti angoli visuali.
Lo spirito indipendente che li anima sin dagli esordi spinge gli Strike a fondare etichette discografiche e costituire la cooperativa ‘La Baraonda’ con l’intento di promuovere la cultura in tutti i suoi aspetti.
Troppo impegnati a suonare ad ogni occasione, hanno sempre avuto poco tempo per fermarsi in studio a registrare, ma le loro tracce discografiche hanno lasciato un segno profondo; dopo il primo 45 giri (1987) seguono i due ep “Scacco al re” (1988) e “Croci&Cuori” (1990) ,la partecipazione alla compilation
“Rappamuffin’ d’Azione” (1992) e l’album “La Grande Anima” (1992) che fanno del combo ferrarese una delle band di riferimento della scena alternativa per un oltre un decennio.
Una band di culto che pare non risentire del passare degli anni e delle tante pause di riflessione passando energia e messaggio di generazione in generazione come ha testimoniato l’esaltante esibizione in occasione dell’inaugurazione del “Parco Joe Strummer” a Bologna nel luglio 2013 in compagnia di Manu Chao, Fermin Muguruza, Banda Bassotti, Modena City Ramblers e Punkreas.
Un ritrovato entusiasmo che spinge, nel 2015, alla realizzazione, attraverso il MusicRaiser, del doppio album “HAVANA-KINGSTON-FERRARA-NEW YORK” un cofanetto de-luxe limited edition con dieci tracce originali dove la canzone d’autore italiana incontra le ritmiche e le sonorità caraibiche trasfigurate dal passaggio per la Grande Mela e la Ferrara metafisica ed in seguito trasformate in preziose dub version dalla maestria di Dennis Bovell, Delamix, Dj Afghan.
Il 2017 regalerà un nuovo album attualmente in registrazione che vede gli Strike protagonisti dell’ennesima trasformazione sonora del loro ‘sentire’ la vita, attori di un pensiero che con il tempo non tende a rimarginarsi, a smettere di suonare.
Formazione classica, dopo aver studiato per molti anni pianoforte, sin da piccolo mi sono avvicinato al fresco e particolare profumo del vinile acquistando prima, i mostri sacri della musica: Chopin Dvorak, Beethoven, Mendelssohn… collezionando poi tutto l’ascoltabile.
Rimango assolutamente “fedele” all’attività nata in Francia negli anni 30 ed al termine coniato in seguito in America di DJ e cioè Disc Jockey, letteralmente “fantino dei dischi”.
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